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Tratto da "La ragazza dei fiordalisi"
«Che cos’è?» gli chiese lei annusandola.
«Assaggia», le disse porgendogliela. Illiana osservò la palla bianca e diede un piccolo morso. Sotto la glassal’impasto risplendeva giallo per il miele e lo zafferano e quei gusti le esplosero in bocca.
«Buono?»
Illiana catturò una briciola con la lingua. Non era buono, era divino. Annuì e Markus le rivolse di nuovo quelsorriso che le faceva battere più forte il cuore.
«Dovrò ingozzarti di dolci, d’ora in avanti.» La sua voce era bassa e divertita e d’un tratto Illiana lo vide chiaramente, come un dipinto a tinte forti. Vide loro due nudi, stesi sulle pellicce, mentre Markus Järv la imboccava di dolci. Lei che gli leccava le dita. Lui che la baciava.
Fu costretta ad abbassare gli occhi.«Andiamo avanti?» le propose.
«Prima posso avere il resto?» replicò lei tendendo la mano.
«Davvero? Sei golosa? Chi l’avrebbe mai detto», commentò con una risata, e le porse il dolce che lei divorò a piccoli bocconi, mentre si avventuravano tra le altre bancarelle piene di spille, stoffe e oggetti di vetro.
Si infilò in bocca l’ultimo pezzetto di quella leccornia e trasse un sospiro soddisfatto.«Sazia?»
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